Siete degli
amanti della montagna, non troppo impegnativa e facile da raggiungere? Queste
mete fanno decisamente al caso vostro!
La scorsa
settimana abbiamo deciso di avventurarci alla scoperta del confine
Veneto-Trentino Alto-Adige, prefissandoci come meta l'Altopiano di
Folgaria. Questo, che prende il nome dal
suo centro principale, si trova al un'altitudine di circa 1000 metri nel
Trentino meridionale. L'atmosfera in questo luogo è la classica aria di
montagna: giardini immacolati, tranquillità, servizi per il turista rispettosi
dell'ambiente e panorami mozzafiato.
La sua posizione
a confine con il Veneto gli permette d'esser raggiunto con facilità sia dalla
pianura che dalla montagna veneta circostante, grazie ai collegamenti con
Tonezza, Velo d'Astico e l'Altopiano di
Asiago (Passo Vezzena). È inoltre raggiungibile comodamente dalle città di
Trento e dalla vicina Rovereto.
La nostra
giornata è iniziata con una “tappa prima colazione” al paese di Tonezza del
Cimone (provincia di Vicenza), che abbiamo incontrato lungo la nostra strada in
direzione Folgaria.
Questo paese,
apparentemente con un lieve carattere nostalgico di tempi passati che
difficilmente torneranno, ci ha trasmesso qualcosa. Delle case abbandonate, altre
recuperate in grande stile, una chiesa sempre aperta, le chiacchiere di alcuni
anziani e qualche turista, ci hanno fatto pensare. Abbiamo infatti riflettuto
su come la vita di montagna sia cambiata drasticamente in questi ultimi
decenni, lasciando edifici abbandonati in testimonianza di uno sfarzo turistico
passato. Abbiamo però notato anche la voglia di rimettersi in gioco di alcuni
giovani che, rinunciando alle comodità che la pianura potrebbe offrire,
organizzano eventi e pensano in modo sostenibile. Da ammirare come vogliano far
conoscere la loro terra e fare di questa la loro casa.
Così, con questi
ragionamenti mattutini e uno sguardo al panorama verso l'Altopiano di Asiago e
la pianura vicentina sottostante, decidiamo di rimetterci in strada.
Seguiamo le
indicazioni per Folgaria, prendendo la strada dei Fiorentini. Dopo alcuni
minuti di tornanti e strada prevalentemente in salita, incontriamo dei luoghi
carichi di poeticità: lo Spitz di Tonezza, il rifigio Melegnon e il monte
Campomolon (con il suo omonimo forte risalente alla Prima Guerra Mondiale).
Quassù a oltre 1500 metri, anche se siamo solo di passaggio, non possiamo non notare la natura incontaminata che ci accompagna e la presenza di numerosi appassionati di trekking e mountain bike nei vicini sentieri.
Quassù a oltre 1500 metri, anche se siamo solo di passaggio, non possiamo non notare la natura incontaminata che ci accompagna e la presenza di numerosi appassionati di trekking e mountain bike nei vicini sentieri.
Ancora qualche
salita e, dopo aver scollinato il valico di Valbona, eccoci arrivati a Passo
Coe (1610 metri s.l.m.) in Trentino.
Questa sarà la
nostra prima tappa.
Molti ben
sapranno che queste montagne, assieme agli altopiani di Folgaria, Lavarone e
Asiago erano i principali campi di battagli della Grande Guerra, ma non tutti
sapranno che sono state anche basi militari della NATO durante la guerra
fredda. In particolare ci riferiamo alle ex-basi presenti a Tonezza per il
reparto logistico e a Passo Coe per la sezioni missilistica.
Parcheggiata
l'auto in un grande piazzale lungo la strada principale, iniziamo a piedi la
scoperta di questo luogo ricco di storia. L'ex-base missilistica Base Tuono si
trova completamente immersa tra verdi boschi e le mucche al pascolo,
un'ambientazione oggi alquanto particolare.
Attiva tra il
1966 e il 1977, era inserita nel sistema di comando-controllo NATO, assieme ad
altre 12 basi nel nord Italia, al fine di contrastare eventuali attacchi
missilistici nemici provenienti da nord. Nel 1978 questa funzione venne meno e
la base rimase in stato di abbandono fino al 2003.
Solo nel 2010
l'amministrazione comunale di Folgaria iniziò, grazie all'appoggio
dell'Aeronautica Militare, alla Fondazione Museo Storico del Trentino e alla
Provincia autonoma di Trento, un progetto di musealizzazione e recupero.
Attualmente una
parte dell'ex-base è stata trasformata in un bacino idrico per l'innevamento
invernale delle vicine piste da sci. Sono inoltre presenti dei percorsi espositivi
ben illustrati da pannelli e la possibilità di farsi accompagnare da una guida
esperta, il tutto a pochi euro.
Decidiamo così
di trascorrere tutta la mattinata ed il primo pomeriggio alla scoperta della
ex-base, perdendoci tra gli incontaminati verdi pascoli e i monumenti storici
disseminati qua e là. L'aria fresca ed ossigenata della montagna non ci mettono
fretta e così, dopo il nostro pranzo al sacco, andiamo a visitare una vicina
malga. Qui abbiamo assaporato, anche se solo per un attimo, l'autenticità di
chi vive e rende vivi quei luoghi: una vita semplice, ma allo stesso tempo dura
e faticosa. Sforzi che sicuramente ripagano, data la gioia presente negli occhi
di chi ci abita.
Abbiamo
acquistato un po' di formaggio locale, prodotto rigorosamente in loco con il
latte delle mucche viste nei vicini pascoli, e con questo ci siamo diretti
verso Folgaria.
In pochi minuti,
tra boschi e piste da sci, arriviamo a destinazione.
La città è
decisamente a misura d'uomo e l'atmosfera non può essere che accogliente al
massimo. La strada principale dello shopping si snoda praticamente per tutto il
paese, rendendola una piacevolissima passeggiata. È proprio così che scopriamo
i suoi angoli più nascosti: fontane con acqua corrente spontanea, antichi
portoni con chissà quali storie da raccontare, la nuova edilizia e i giardini.
Sarà che siamo amanti della natura, ma questi ci hanno letteralmente rapito: la
cura dedicata ad angolo verde, tra fiori e piante, ci ha trasmesso l'amore che
questa terra riceve e merita.
E proprio da questi piccoli dettagli notiamo la vera essenza degli abitanti: le chiacchiere nelle piazzette, qualche nonna a far filò davanti ad una chiesetta, bambini che giocano in piazza e una cena condivisa tra amici. Tutto questo convive perfettamente con il settore turistico, rendendola una meta adatta alle famiglie e agli amanti dello sport.
E proprio da questi piccoli dettagli notiamo la vera essenza degli abitanti: le chiacchiere nelle piazzette, qualche nonna a far filò davanti ad una chiesetta, bambini che giocano in piazza e una cena condivisa tra amici. Tutto questo convive perfettamente con il settore turistico, rendendola una meta adatta alle famiglie e agli amanti dello sport.
La nostra
giornata è quasi finita e decidiamo così di bere qualcosa in un bar del centro,
dallo stile decisamente montano. Nel frattempo la banda cittadina sfila per il
corso e così, fra quelle melodie ricche di storia, capiamo che torneremo presto
alla scoperta dei luoghi qui vicini.
Non esiste una
ricetta per la felicità, ma apprezzare le piccole cose in ogni momento
sicuramente può aiutare. Da questa giornata abbiamo capito proprio questo:
molte volte cerchiamo la ricchezza che già abbiamo in ciò che non ci
appartiene, non accorgendoci che è più vicina di quello che pensiamo. Un
sorriso o una visione positiva può nascere in qualsiasi momento, sta solo a noi
saper cogliere questa ricetta e vivere nel migliore dei modi.
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